Nel 2021 sono ormai solo gli stolti a non essersi resi conto dei gravi cambiamenti in atto al nostro pianeta. Con l’aumentare del numero degli esseri umani, la vita sulla Terra diventa più caotica e imprevedibile e crisi di diverso tipo si intrecciano fra di loro, e viene da chiedersi quale sarà lo scenario del futuro.

Temo a mio avviso che la massa degli individui si disconnetterà dal mondo reale per cercare rifugio nel mondo digitale, mentre ad una minoranza (o ad una maggioranza povera) toccherà fare i conti con il susseguirsi di problemi, che richiederanno quanto mai lucidità e una presa salda sul potere.

Probabilmente con questa frase ho pronosticato il presente..!

Oggi mi sembra di notare che la lucidità non è una merce a buon mercato, ammesso che lo sia mai stata. Molti di noi sono alle prese con i propri problemi personali prima ancora di riuscire a pensare alla collettività. Siamo sotto l’influsso di forze di distrazione di massa, e la grande quantità di opportunità e sfide che ci circondano rende difficile capire quale sarà il prossimo passo giusto da compiere.

Non parlo solo di un passo giusto dal mero punto di vista della soddisfazione e della realizzazione personale, giacché solo quello è un’impresa: parlo del passo giusto da compiere per garantire la sopravvivenza dei propri figli e discendenti, del pianeta (per quanto prima o poi un giorno lo abbandoneremo), di una forma di civiltà.

I bivi innumerevoli che ci si aprono di fronte lasciano presagire quella che sembra una partita a Risiko con il destino, dove ognuno di noi singolarmente avrà una parte insignificante, ma tutti insieme giocando potremmo cambiare il corso della storia per sempre.

A mio avviso è necessario ripensare la vita dell’individuo. Per quanto progettarla da zero e imporla sia impossibile se non quando le condizioni materiali lo costringono, provare a dare delle gentili spinte, dei “nudges”, all’individuo quanto alla collettività, per ridurre il trauma, è auspicabile, e rientra nei doveri non scritti della mia generazione.

Mentre ancora non abbiamo capito chi siamo, e non abbiamo ancora deciso chi vogliamo essere, doveri più grandi di noi incombono, “chiamandoci alle armi”. Siamo liberi di non rispondere alla chiamata, di sottrarci al nostro dovere e chiuderci nel nostro piccolo microcosmo di consumi e abitudini. Ci penserà il mondo a bussare alla nostra porta, che verrà sfondata per l’occasione qualora non avremo il coraggio di aprirla.